Verona – Piazza S.Nicolò Piazza di libertà

 

Contributo per il seminario di Uninomade – Composizione di classe e organizzazione del comune: ripensare la conricerca dentro le lotte del precariato e del lavoro congitivo – Genova 18-19 giugno 2011

di CITTADINANZA GLOBALE VERONA e MIGRANTI DI Piazza S.Nicolò

La piazza della libertà si è liberata dalle catene, la presa di parola dei migranti è stata determinata e potente ed è divenuto un atto concreto, costituente di democrazia e cittadinanza.

Stamane, dopo una settimana di presidio della piazza che, nel centro di Verona, ha aperto spazi di discussione e ottenuto la solidarietà della città che non si arrende al razzismo istituzionale, dall’associazionismo cattolico, alla Curia, ai laici post referendari ma, di fronte al silenzio totale della politica leghista e della sinistra istituzionale, i migranti sono saliti sull’ ala dell’Arena di Verona.

In 30, donne e uomini, luci e determinati, hanno posto le loro vite direttamente contro le barriere del colonialismo normativo. Per ore, hanno tenuto in scacco le istituzioni che non li ascoltano e hanno chiesto l’ingresso tout court alla cittadinanza reale.

E hanno ottenuto, già da lunedì, la convocazione delle pratiche di sanatoria bloccate dalla circolare del Ministero dell’Interno, imponendo il rispetto della sentenza delle Corte di Giustizia Europea che ha rimosso dal nostro ordinamento il reato previsto dall’art 14 T.u.Immigrazione. E hanno aperto una discussione “ vera” sull’applicazione dell’art. 18 T.U.immigrazione per i “ truffati”.

Sanno ben come rendersi visibili i migranti. Sanno che non c’è libertà senza mobilitazione; che non c’è diritto se non lo si strappa, sanno cambiare regole che sembrano scontate e imporre al discorso comune pratiche di cittadinanza e democrazia non ideologiche, ma terribilmente concrete, combattono e, spesso, vincono battaglie contro tutto e tutti.

Qui, come nel Magreb e nel Mashreq, sono i protagonisti della ribellione e del diritto di fuga, fratelli e sorelle di chi si è mobilitato per la libertà occupando Piazza Tahir. Nello spazio comune che hanno aperto, altre battaglie possono rendersi visibili, come quelle già intraprese dai migranti a Padova, Brescia, Massa, Milano, come quelle che si prospettano contro la proposta di legge del governo che ancora una volta tenta di contrastare, con decreti di poca sostanza giuridica ma di dissennata violenza, le normative europee contro le ingiuste espulsioni.

Le lotte chiamano le lotte, e si aprono ora, a Verona come altrove, battaglie per i diritti, i beni comuni, per il salario, e per il diritto al futuro e a un presente di libertà.


 

 

 

 

 

 

 

 

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