Argomento: Capitalismo cognitivo
 

Manifesto Uninômade +10 >>> TATU OR NOT TATU

di UNIVERSIDADE NOMADE

A palavra revolução voltou a circular. Nas ruas, nas praças, na internet, e até mesmo nas páginas de jornal, que a olha com olhos temerosos.

Il disincanto di Ippolita e lo sboom di Facebook a Wall Street

di BENEDETTO VECCHI

Alla fine Facebook è sbarcata a Wall Street. La prima giornata di vendita delle azioni hanno fatto affluire nelle casse del social network molti miliardi di dollari.

Travail, valeur et répartition dans le capitalisme cognitif

Introduzione al numero della rivista European Journal of Economic and Social Systems (2011) dedicato al tema del capitalismo cognitivo e curato da CARLO VERCELLONE e DIDIER LEBERT.

Capitalismo macchinico e plusvalore di rete: note sull’economia politica della macchina di Turing

di MATTEO PASQUINELLI

Negli anni sessanta Gilbert Simondon notò come le macchine industriali fossero già relais informazionali

Modelli di welfare e servizi sociali nella crisi sistemica del capitalismo cognitivo

di CARLO VERCELLONE

La crisi attuale é una crisi sistemica del capitalismo la cui risoluzione implica un processo di trasformazione sociale capace di ridefinire radicalmente sia le regole della distribuzione che le norme e le finalità sociali della produzione.

Manifesto telecomunista

di DMYTRI KLEINER

Saggio introduttivo di BENEDETTO VECCHI

Manifesto UniNomade Global: Rivoluzione 2.0

Rio de Janeiro, 24-26 agosto 2011

Avatares del clima laboral

di MARCELLA B. ZANGARO 

Introducción

Desde sus inicios (y por definición) la relación entre capital y trabajo ha sido controvertida y ha tenido consecuencias diferenciales para los que nos encontramos involucrados en ella.

Murdoch, Berlusconi, il crollo di due imperi mediatici e la moltitudine in rete

di GIORGIO GRIZIOTTI

La caduta nel giro di pochi mesi dei due Rais mediatici più simbolici e politicamente influenti d’una  fase trentennale al crepuscolo mi è sembrata una coincidenza significativa e felice.

Femminismo prêt à porter

di CRISTINA MORINI

Ci sono parole, come per esempio “beni comuni”, che assumono nella trasposizione mediatica e nell’uso quotidiano che ne viene indotto, un significato completamente distorto.