Argomento: Biopolitica
 

Mappe cangianti del biocapitalismo

di BENEDETTO VECCHI

Cinque anni che hanno cambiato il mondo. È nel 2007, infatti, che la crisi ha preso il via e da allora non si è fermata. Iniziata negli Stati Uniti si è poi diffusa come un virus in Europa, ridisegnando la geografia del capitalismo. I suoi effetti sono stati però diseguali.

Radio UniNomade alla Summer School 2012

Dal 7 al 9 settembre Radio UniNomade ha trasmesso in diretta dalla Summer School di Passignano una finestra quotidiana di un’ora. Ascolta le trasmissioni.

Scuola Estiva UniNomade: Conricerca e biocapitalismo

La scuola estiva del Collettivo UniNomade dal 6 al 9 settembre a Passignano sul Trasimeno.

Lavorare la vita: attualità della riproduzione sociale

di CRISTINA MORINI

Intervento al seminario UniNomade di Napoli, 23-24 giugno 2012

Sulla violenza urbana del capitale. Note disorganiche per un’agorà delle lotte

di ROBERTA POMPILI e CARLO ROMAGNOLI

Preludio

“Non è la tua mano che deve temere il legno ma il legno che deve temere la tua mano, altrimenti è come se ti arrendessi ancor prima di cominciare”.

La riforma del mercato del lavoro (sullo sfondo, The family e un poker di donne)

di CRISTINA MORINI

Mentre le vicende di The family annichiliscono il Paese con beffarda e insieme crudele evidenza fisiognomica, è stata presentata la riforma del mercato del lavoro.

Riproduzione sociale

di CRISTINA MORINI

Verso il corpo meticcio della classe a venire

di ROBERTA POMPILI

 Prendo spunto dal dibattito sul razzismo che c’è stato in seguito  ai recenti drammatici avvenimenti, l’uccisione per mano fascista di due ambulanti senegalesi Mor Diop e Modou Samb, e soprattutto dal precedente “pogrom” a Torino nel campo rom, per fare alcune osservazioni

Femminismo prêt à porter

di CRISTINA MORINI

Ci sono parole, come per esempio “beni comuni”, che assumono nella trasposizione mediatica e nell’uso quotidiano che ne viene indotto, un significato completamente distorto.

San Precario incontra Toni Negri

di SAN PRECARIO’S CREW

Quando della precarietà si parlava sottovoce, noi sparavamo 10.000 watt di rabbia per le strade di Milano. Quando dicevano che era una congiuntura, noi si affermava che “precario è per sempre”.