Anche a Parigi: que se vayan todos!
di FLORIANA GARGIULO
Il contagio rivoluzionario ha finalmente raggiunto anche la Francia. In un clima politico monopolizzato dal dibattito sulle imminenti elezioni politiche e in cui i media mainstream sembrano ignorare l’inesorabile avanzamento della crisi economica, un migliaio di persone ha deciso di attaccare il cuore finanziario di Parigi.
La Defense con i suoi grattacieli futuristici rappresenta il cuore pulsante del potere economico e finanziario parigino.
Il15 ottobre parigino è passato piuttosto in sordina, una sfilata colorata, partecipata soprattutto dai numerosi spagnoli e italiani residenti in Francia. Ciò nonostante grazie all’utilizzo delle reti sociali la dimensione “indignata” parigina ha successivamente cambiato il suo volto. Numerose assemblee sui bordi della Senna hanno cominciato ad attrarre uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale. Da queste assemblee è nata l’idea di occupare la Defénse per far nascere anche a Parigi una piazza liberata.
L’hashtag #occuponsladefense ha conquistato la rete. Nonostante il completo silenzio da parte dei media, il 4 novembre, un migliaio di uomini e donne ha raggiunto l’arco della Defénse. L’ingente e sproporzionato apparato poliziesco schierato dal governo francese conferma, ancora una volta, la paura che questo tipo di movimenti incontrollabili e spontanei fa ai governi. Bisogna in tutto ciò considerare che per la Francia, dove anche le grandi proteste degli scorsi anni sono sempre state attraversate da sindacati e partiti, esperienze spontanee e autonome di questo tipo rappresentano una totale novità politica.
Colpisce la capacità di autorganizzarsi degli indignati parigini: dopo le immediate reazioni della polizia, volte a portare via le tende che via via spuntavano nella piazza, cordoni di manifestanti si sono schierati per difendere l’acampada. La polizia non ha risparmiato attacchi di ogni tipo, cariche e gas. Nonostante la resistenza dei manifestanti, tutte le tende, le coperte e il cibo del presidio sono stati rubati dalle solerti forze dell’ordine. Negli scontri sono rimasti feriti due ragazzi. Non a caso la polizia ha ancora più duramente pestato e poi arrestato un gruppo di ragazzi, provenienti dalle banlieue parigine, che cercavano di avvicinarsi al presidio. Sanno benissimo che quando la protesta raggiungerà le periferie diventerà incontrollabile.
Tutte queste manovre intimidatorie non sono riuscite a sgomberare il presidio. I manifestanti, senza tende e coperte hanno resistito tutta la notte sotto una pesante pioggia. Al levarsi del sole sulla Defénse centinaia di facce nuove arrivano a dare il cambio a chi ha resistito per tutta la notte. Arrivano varie persone che portano cibo e coperte.
L’assemblea va avanti tutto il giorno, anche se la polizia ha cominciato a sequestrare impianti audio e megafoni. In serata parte la musica. Presenti al presidio alcuni studenti tunisini ancora memori delle loro piazze. Si parlano tutte le lingue europee e non che solitamente animano la metropoli. Il presidio continua ancora oggi e la resistenza non si ferma. La polizia è tesa e non sa come gestire la situazione. Anche Parigi reagisce al capitalismo finanziario e alla dittatura delle banche. Anche da qui di innalza la parola d’ordine del diritto all’insolvenza.
Anche Parigi dimostra che il 99% fa paura!
* Pubblicato su InfoAut, 6 novembre 2011